DIFESA E SICUREZZA

Gli operatori dei settori di Difesa e Sicurezza, soprattutto se impegnati in ruoli e strutture operativi - o addirittura impegnati in teatri di operazioni – possono disporre di servizi di supporto psicologico gestiti dai corpi o enti di appartenenza: si tratta di professionisti altamente specializzati in grado di supportare in modalità estremamente mirata le specifiche esigenze di questa utenza.
Pensiamo agli Psichiatri e Psicologi inquadrati nelle Forze Armate e nei Corpi Armati dello Stato.
Nella esperienza clinica di RETLIS spesso molte di queste persone sono tuttavia riluttanti a fruire del sostegno offerto dall’ente di appartenenza, a volte per la stigmatizzazione che si pensa ne derivi nell’ambiente.
In molti casi il sostegno è del tipo cognitivo-comportamentale, sicuramente utile sul piano della ristrutturazione dei comportamenti coscienti disfunzionali, probabilmente meno incisivo sulle dinamiche che dal profondo incidono sui trend evolutivi delle persone da un punto di vista psicologico.
Talvolta invece le problematiche non nascono da eventi collegati al lavoro e – a maggior ragione – o non vengono espresse o vengono confidate ad amici.
In molti casi di operatori di questo settore trattati da RETLIS l’inviante era un amico con cui l’interessato di era confidato.
Gli operatori della sicurezza privata al contrario generalmente non ricevono dalle organizzazioni per cui lavorano questo tipo di supporto a fronte di un analogo rischio di disagio psicologico.
Una guardia particolare giurata, ad esempio, in genere, si trova in questa condizione.
Nell’esperienza clinica non è raro il caso di operatori di questo settore che, nel tentativo di fronteggiare lo stress o anche di automedicarsi per una sofferenza emotiva, abusino di sostanze o attuino condotte devianti anche sul lavoro, destabilizzandosi inoltre nelle relazioni sociali e familiari.
In tutti questi casi una struttura come RETLIS può rappresentare un riferimento utile per esplorare le possibilità di aiuto.
In queste figure, come del resto in quelle degli operatori sanitari e assistenziali, si realizza talora la convergenza di sofferenze che si generano su piani diversi – dello stress-lavoro-collegato, di difficili rapporti con colleghi o superiori, di relazioni personali o familiari insoddisfacenti o conflittuali.
Anche l’esercizio di queste professioni, come di quelle di aiuto, a maggior ragione quando si accompagni a una scelta vocazionale, si presta a una lettura in termini di sublimazione.
Pulsioni non accettabili vengono “cambiate di segno” (da negativo a positivo) e dopo la conversione utilizzate in situazioni socialmente e umanamente accettabili.
Ad esempio – appunto - svolgere una professione in cui si usano armi o violenza in maniera accettata (es. militare, pugile) o violenza simulata o simboleggiata ma in realtà non vera (es. chirurgo ma anche attore, gioco di ruolo, scrittore, regista etc. tutte professioni basate sulla finzione e dissimulazione).[53]
in tal modo la primitiva aggressività viene temperata e controllata, senza che le istanze di autocontrollo reprimano in maniera eccessiva, per annullarla, questa energia, provocando così le malattie psichiche, come la nevrosi, oppure le devianze (perversione, feticismo, asessualità
Da un punto di vista psicodinamico un lavoro importante consiste nel dipanare queste matasse esistenziali aggrovigliate individuando un possibile bandolo dal quale le persone possano ripartire.