RUOLI MANAGERIALI ED OPERATIVI

Gli studi degli psichiatri sono pieni di manager validissimi che a 50-55 anni sono considerati vecchi dal sistema produttivo nonostante che ormai un uomo e una donna conservino una buona operatività fino ai 75 e - coerentemente – l’età pensionabile sia stata allungata fino ai 67 anni.
Magari i più anziani hanno maggiori difficoltà di un giovane a tenersi aggiornati sull'informatica, ma sono è probabile che siano più profondi e sintetici e abbiano sviluppato con l’età nuove qualità
Le pagine dei giornali, all’epoca del corona virus, titolano sugli “invisibili”: infermieri e inservienti che consentono agli ospedali di funzionare; tecnici, operai e impiegati che mandano avanti le fabbriche stando dietro a torni, presse, altiforni; autisti e addetti alla logistica che movimentano le merci; cassiere nei supermercati; chi si occupa di gas ed elettricità, braccianti, badanti etc.
Dai ruoli manageriali a quelli intermedi e operativi il mondo del lavoro dipendente – alienato e precario - racchiude e genera meccanismi e situazioni di profondo disagio psicologico associate alla fatica e all’incertezza del domani
Gli strati giovanili della popolazione ne patiscono in modo particolare essendo già afflitti da problematiche che li riguardano, per così dire, a prescindere dalla condizione lavorativa, come la difficoltà a diventare adulti, la superficialità e conflittualità delle relazioni (familiari, sociali etc.), le tendenze edonistiche e narcisistiche
Da parte loro le organizzazioni (aziende, enti, studi professionali etc.) anziché rappresentare contenitori tesi a valorizzare attraverso il lavoro il talento individuale pare spesso che si appoggino al lato “ombra” delle persone – agli aspetti più oscuri collegati alla dimensione patologica di ciascuno di noi – diventando arene per conflitti che alla lunga minano la loro stessa sopravvivenza e – nel frattempo - compromettono l’equilibrio psicoaffettivo dei loro membri.
Nè chi le governa sembra consapevole di queste dinamiche autodistruttive che – a livello individuale – si manifestano attraverso quadri, in generale a sfondo ansioso-depressivo ma di gravità e articolazione variabili
Il legislatore ha preso atto di questa evoluzione inserendo tra i fattori di rischio previsti dal Decreto Legislativo 81/08 uno specifico profilo relativo allo stress lavoro-correlato.
Viceversa ad oggi nell’ordinamento italiano ancora non esiste una disciplina specificamente dedicata al fenomeno del mobbing, inizialmente descritto e studiato da sociologi e psicologi, consistente in condotte vessatorie poste in essere sul luogo di lavoro, al fine di colpire ed emarginare la persona che ne è vittima, sia essa un pari grado, un subordinato o un superiore gerarchico.
Infatti non è raro il caso di “capi” che subiscano il boicottaggio dei collaboratori: è il cd “mobbing dal basso” di cui possono essere vittime un capoufficio, un dirigente, un manager, un ufficiale nelle forze armate, il titolare di uno studio professionale, il primario di un reparto ospedaliero.
Non tutti possono permettersi la cura: RETLIS attraverso il suo consultorio è in grado di offrire gratuitamente le fasi preliminari di valutazione del problema (diagnosi) e di orientamento e bilancio delle competenze ai fini di una successiva terapia, necessariamente a carattere oneroso per il paziente.
Un’opportunità che – laddove si trovi in difficoltà e appartenga al mondo del lavoro - potrebbe cogliere contattandoci.

 

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