COPPIA

Nella pratica clinica talora la coppia si presenta in quanto tale, per un problema che riguarda i partner e la crisi della loro relazione affettiva, sentimentale, sessuale oppure la loro genitorialità, messa alla prova dal comportamento di un figlio o di una figlia problematici.
La coppia si presenta, in genere, quando la crisi è già in atto e la domanda varia dalla richiesta di mediazione familiare alla terapia “di coppia” che aiuti a superare il momento di stallo.
In molti casi la crepa manifestatasi nel rapporto tra i partner o tra genitori e figli tende velocemente a propagarsi all’intero edificio familiare, con il rischio di fratture irreversibili e talora esplosive che ne possono compromettere la sopravvivenza.
Non va taciuto che approfondendo l’anamnesi spesso la coppia e la famiglia si rivelano essere teatro di violenza e maltrattamenti.
Nella stessa direzione ha agito il grande rilievo con cui i media dell’informazione e dello spettacolo trattano il tema della violenza sulla donna.
Non altrettanto discussa è la violenza che – nella coppia e nella famiglia – si esercita in direzione opposta, da parte della donna nei confronti dell’uomo.
Se la violenza fisica e sessuale – oltre che le forme più smaccate di violenza psicologica come il controllo, l’isolamento e l’intimidazione etc. – sembrano essere prerogative dell’esercizio della violenza “al maschile” le modalità più “femminili” come le limitazioni nel rapporto con la famiglia e gli amici, il controllo sull’uso del denaro, la svalorizzazione, le recriminazioni etc. appaiono più sottili e meno suscettibili di essere riconosciute come “violenza” integrandosi in quella particolare forma di controllo e gestione della famiglia che si ispira a un sistema di valori “matriarcali”.
Nella nostra accezione parlare di matriarcato “non significa eludere, o peggio negare, che nel mondo patriarcale le donne spesso diventino vittime, emarginate o relegate ad ambiti di sottomissione … [bensì] dare voce a quel sotterraneo fenomeno che emerge nel nostro quotidiano lavoro clinico, ossia svelare le trame che spesso le madri tessono intorno ai loro figli in forma nascosta e che perpetuano uno status quo in cui gli uomini possono reagire con violenza, i figli scegliere strade psicopatologiche e le donne diventare sempre più incarnanti un’immagine inevitabilmente vittimistica”.
Come sottolinea Elisabeth Badinter “… è raro che qualcuno si occupi della violenza femminile. Presso le femministe l’argomento è tabù. Rimane impensabile e impensato tutto ciò che diminuisce la portata del concetto di dominio maschile e dell’immagine delle donne come vittime.” (“La strada degli errori”, 2003)

Tags: PSICO-TERAPIA, PSICO-DIAGNOSI, SERVIZI SANITARI, GIUSTIZIA ED ETICA, SOLIDARIETÀ UMANA, ASSOCIAZIONE

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