Aziende Sanitarie Ospedali Cliniche Private

Sul versante istituzionale sia privato sia pubblico un numero significativo di accessi proviene dal mondo della sanità.
Anche in questo caso i piani si intersecano: gli operatori sanitari possono svolgere il loro lavoro tanto in contesti pubblici (ASL, Aziende Ospedaliere) che privati (Cliniche, Laboratori di Analisi, RSA) e le fonti di disagio psicologico che esitano in quadri comuni quali il burning out possono ricevere caratterizzazioni specifiche dal contesto in cui producono i loro effetti.
D’altronde, ad esempio, un Ospedale pubblico e una Clinica privata condividono la dimensione “aziendale” che - in quanto contesto di lavoro– può alimentare quadri di disagio psicologico specifico come lo stress lavoro correlato, il mobbing etc. che hanno ricevuto da tempo specifico riconoscimento legislativo.
E’ fondamentale in questi contesti distinguere la quota parte di disagio ascrivibile a caratteristiche personologiche del consultante da quella ascrivibile direttamente al contesto organizzativo – e ciò anche i termini di certificazione a fini legali.
D’altronde anche le caratteristiche dei contesti organizzativi variano: ad esempio nella sanità privata il peso della proprietà trova minore contrappeso nelle rappresentanze sindacali e l’assegnazione dei ruoli dirigenziali ai membri della famiglia proprietaria acuisce talora i contrasti e il senso di “onnipotenza” nei confronti dei dipendenti.
Più facilmente si possono presentare situazioni conflittuali tra esigenze economiche aziendali e vincoli deontologici nell’esercizio delle professioni sanitarie.
Anche nel privato tuttavia la reputazione dell’Istituzione motiva e gratifica il personale.
Nel caso delle strutture accreditate al Servizi Sanitario pubblico la consapevolezza di rappresentare una estensione di quel sistema e di assolvere a una funzione pubblica di alta responsabilità può indurre un senso di appartenenza “istituzionale”.
E’interessante notare come questo genere di dinamiche riguardino personale d’ogni qualifica e livello professionale, dall’inserviente al personale medico di varie specializzazioni inclusi chirurghi e anestesisti.

Magistrati Sindacalisti docenti e funzionari della PA

A loro volta magistrati, sindacalisti, docenti, funzionari delle P.A. rappresentano categorie professionali il cui ruolo sociale e la cui operatività quotidiana sono costantemente al centro di attenzione e spesso di polemiche trasformandosi in fonti di disagio psicologico aggiuntivo a quello di per sé derivante dall’onerosità e dalle responsabilità connaturate alle loro attività.
In generale ciò vale per tutti quei “corpi intermedi” tra pubblico e privato , tra economia e arte – come ad esempio artisti e operatori culturali in generale – che rientrano tra le formazioni sociali previste dalla Costituzione come contesti in cui gli individui sviluppano la loro personalità.
L’emergenza COVID19 ha fortemente impattato molti di questi contesti e categorie di operatori, si pensi agli operatori sanitari – in prima linea nel contrasto alla pandemia – e ai docenti – costretti a ridefinire la loro operatività “a distanza” nel volgere di qualche settimana acquisendo nuove competenze o rimodulandone altre ma anche ad artisti e maestranze del mondo dello spettacolo costrette a sospendere le loro attività.
Gli studi effettuati sul campo attraverso la raccolta di questionari tra alcune di queste categorie di operatori ha evidenziato ad esempio una recrudescenza di sintomi somatici a carico di diversi circuiti e apparati (sonno/veglia, circolatorio, gastro-intestinale etc.) collegabili al sovraccarico di stress che le particolari condizioni operative hanno determinato in questo frangente.
La progressiva ripresa dopo il lock-down ripropone quotidianamente nuovi problemi generando conflitti tra il desiderio di ritorno alla normalità, la consapevolezza dell’esposizione al rischio, la cogenza degli apparati che si rimettono in moto, la pressione dell’opinione pubblica che è anche l’utenza per cui questi operatori lavorano.
Come non mai queste categorie, più di altre, sono costrette a trovare un equilibrio tra auto-tutela egoistica e presupporti etico-deontologici delle loro professioni.
Per essi si ripropone, con gradi di libertà molto diversi, il conflitto di tanti lavoratori “invisibili”, esecutori di mansioni “umili” ma indispensabili per la sopravvivenza del sistema, che hanno mandato avanti durante la chiusura senza poter scegliere se rischiare o meno, costretti dal bisogno – e non da considerazioni di tipo etico o ideologico - “a non chiudere”.

 

Navigazione Veloce

 

La pratica clinica propone quotidianamente una varietà di richieste di aiuto psicologico, sia dal punto di vista delle problematiche sia dal punto di vista delle tipologie di richiedenti.

Le persone accedono alla consultazione per i loro problemi come singoli; come partner in una coppia (coniugale, di fatto, separata) o come genitori; come portatrici di problematiche peculiari di una fascia di età (es. minori, terza età) o di uno status professionale che le espone particolarmente a situazioni di stress psicologico.

Talora si presentano di loro iniziativa, spesso sono spinte da un partner o arrivano su invio di sanitari, a volte il medico di base o dei servizi sociali territoriali.

La necessità di orientarsi in questa molteplicità di premesse è alla base di questo strumento di navigazione rapida concepito “dal punto di vista dell’utente”.

Se lei ha un problema personale, con il partner, con i figli, sul lavoro ed è disposto ad affrontarlo secondo un punto di vista innovativo prosegua selezionando in questo schema di navigazione il link di interesse specifico.

Consulenza psicodiagnostica-psicoterapeutica ad orientamento Analitico

RETLIS è una Associazione di psicologi analisti riconosciuta dalla Regione Lazio che opera nel campo della Promozione Sociale con due strutture attive a Roma:

  • Il Consultorio per Famiglie e Adolescenti “Beato Fra’ Gerardo” di Via Vittorio Montiglio, n.18 - zona Pineta Sacchetti;
  • Il Centro clinico contro la Violenza, l’abuso e il maltrattamento di: Via Salvatore D’Amelio, n. 24 – fermata Cornelia Metro A

I professionisti associati nella RETLIS applicano il punto di vista della Psicologia Analitica di Jung, declinata secondo l’approccio “comunicativo” di Langs.

Ciò vuol dire, in pratica, da un lato maggiore apertura alla dimensione “spirituale” degli esseri umani, dall’altro attenzione al setting ovvero all’insieme di regole che rappresentano la cornice della relazione e ne fondano la valenza curativa.

Si tratta di un lavoro basato sull’analisi delle dinamiche inconsce profonde attivate dal contesto adattivo a seconda del problema (es. relazioni intime, esercizio della genitorialità, dipendenze comportamentali, abusi etc.) e dalle interazioni comunicative tra i partecipanti.

L’obiettivo è la risoluzione dei nodi conflittuali inconsci che - ostacolando il processo di sviluppo e il miglioramento del benessere psicologico – di fatto impediscono l’elaborazione del problema e quindi il superamento del comportamento sintomatico.

E’ un approccio in controtendenza rispetto alle nostre società dominate da pulsioni egoistiche di natura edonistica e “onnipotente”, appiattite sul “successo” declinato in termini di “potere” e “possesso”, votate al “tutto e subito”.

Non di rado tale approccio può ingenerare incomprensioni - al di là dei nostri limiti soggettivi come operatori - ma, alla distanza, laddove seguito coerentemente,  garantisce risultati più profondi e duraturi in quanto fondati su movimenti di tipo individuativo in direzione del Sé autentico dei pazienti.

Ciò non vuol dire terapie lunghe e costose.

Il pacchetto che RETLIS offre è anzi contenuto nel tempo e gratuito e comprende:

  • Consulenza psicodiagnostica
  • Percorso trimestrale di orientamento.

La prima fase mira a inquadrare la problematica portata in consultazione nei termini condivisi della nosografia corrente, senza tuttavia stigmatizzazioni né “etichettature”.

A tal fine viene utilizzata un’ampia gamma di test standardizzati che costituiscono un riferimento per l’indispensabile approfondimento attraverso il colloquio clinico condotto anche con l’ausilio di schemi di intervista strutturata.

Il secondo step, utilizzando le risultanze del primo, mira a condividere con il consultante l’utilità  di iniziare un percorso terapeutico e a verificare la sussistenza dei pre-requisiti individuali necessari per poterne prevedere un esito positivo – a cominciare da una genuina motivazione.

E’ prevista una seduta settimanale da quaranta minuti per tre mesi.

Queste  prime due fasi sono svolte nell’ambito del Consultorio Beato Fra’ Gerardo che offre  consulenze psicologiche gratuite a tutti coloro che avvertono il desiderio di un maggiore contatto con la propria interiorità e il proprio malessere.

Il personale ha vasta esperienza sia testologica sia clinica e pratica la più rigorosa correttezza deontologica.

Il Consultorio esaurisce qui la sua funzione.

Il successivo trattamento dovrà necessariamente essere a titolo oneroso per il paziente in quanto l’onerosità rappresenta in tutti gli approcci, analitici e non, elemento fondamentale di un setting corretto e non inquinato.

E’ altrettanto importante chiarire che RETLIS pratica il principio “del terapeuta di libera scelta da parte del consultante”.

Ciò significa che dal Consultorio non verranno operati invii verso il Centro Clinico. Volendo i consultanti potranno rivolgersi autonomamente al Centro Clinico laddove valutino positivamente la relazione instauratasi con il professionista che li ha presi in carico al Consultorio e intendano proseguirla in ottica di continuità assistenziale.

Consultorio e Centro Clinico conservano archivi separati e non comunicanti degli accessi. Per ogni accesso viene impiantata una separata cartella clinica.

Può  consultare la Carta dei Servizi di RETLIS all’omonimo link del Main Menu.

Per approfondire la cornice teorica in cui si inquadra l’operatività assistenziale di RETLIS può consultare:

  • dal Main Menu del sito il link L’ASSOCIAZIONE;
  • dal Sidebar Menu del sito i link collegati IL NOSTRO APPROCCIO, IL CONSULTORIO, IL CENTRO CLINICO, LA RIVISTA SCIENTIFICA e LA SCUOLA DI FORMAZIONE.

INDIVIDUALE

 

Sul versante individuale i richiedenti aiuto possono essere minori, coppie, uomini e donne “single”, anziani, persone che esercitino particolari professioni.

I temi che vengono portati all’attenzione sono svariati.

Un numero crescente di persone si presenta con problematiche di dipendenza da gioco d’azzardo; ma in aumento è anche il comportamento compulsivo relativo alla sfera sessuale, con frequenti relazioni superficiali con più partner, talvolta associate  a frequentazione di siti pornografici o a scambio via social di materiale pornografico (con il rischio di ritrovarsi nei circuiti della pedo-pornofilia).

In questi casi si tratta soprattutto di maschi.

Spesso alle spalle c’è una partner che li ha convinti a chiedere aiuto, svolgendo un ruolo positivo nel processo di presa di coscienza del problema: sullo sfondo di questa richiesta di aiuto  si intravede quindi una relazione che si rivela positiva per l’interessato.

Sono frequenti i casi di donne vittime di violenza o di madri in difficoltà all’interno del nucleo familiare ma, visti gli orientamenti giurisprudenziali prevalenti, cresce anche - sebbene se ne parli molto di meno - il numero dei padri separati in difficoltà economiche e alle prese con problematiche di alienazione parentale.

Se lei ha un problema di questo tipo consulti nel nostro schema di navigazione veloce i link specifici associati al versante individuale che sono: “minori”, “uomini e donne”, “Terza età”, “professioni”, “professioni di aiuto”, “difesa e sicurezza” “ruoli manageriali e operativi”.

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