RELAZIONALE

Nel nostro schema la cura della diade uomo-donna e dei figli si colloca nella sfera relazionale – di coppia, genitoriale, familiare a seconda che la specifica vicenda che viene portata riguardi i partner, il loro ruolo genitoriale o il nucleo familiare nel suo complesso.
In realtà tutti questi piani, nel momento della difficoltà, si intersecano; è difficile distinguere il prima e il dopo, le cause e gli effetti. Il più delle volte le persone si focalizzano su di un elemento che percepiscono come causa della loro sofferenza o del disordine che affligge il sistema – ma non è detto che sia così.
L’universo relazionale produce infinite anomalie.
Uomini con relazioni stabili in atto a rischio di essere travolti – anche economicamente – da situazioni innescate da scambio di materiale pornografico o che rischiano di compromettere il loro ruolo di partner e di padre per la ricerca compulsiva di soddisfazione sessuale attraverso rapporti a pagamento e frequentazione di siti pornografici;
genitori che vedono emergere- dietro al problema “con il figlio” - il logoramento e la crisi del loro rapporto; coppie affidatarie alle prese con crisi di rigetto del figlio adottivo tanto desiderato;
coniugi in fase di separazione che necessitano di essere distolte dal loro conflitto per tornare a “vedere” il dramma che stanno vivendo i figli; ragazze e ragazzi prematuramente alle prese con la responsabilità genitoriale;
bambini adultizzati che si fanno carico delle problematiche di un genitore (ad esempio afflitto da gioco d’azzardo) e insieme all’altro tentano di tirarlo fuori dalla sua condizione patologica pagandone il prezzo in termini di sintomi che spesso è la scuola che individua e segnala.
Questo è uno spaccato molecolare della casistica che nella nostra organizzazione del lavoro collochiamo nell’area di “Intervento Relazionale”, nella quale operiamo spesso su invio dei servizi territoriali fornendo consulenza e supporto diretto alle persone attraverso il Consultorio di Via Montiglio.
Nel nostro schema di navigazione veloce i link specifici associati al versante relazionale sono: relazionale sono: “coppia”, “genitoriale”, “familiare”.

ISTITUZIONALE

Pasolini definì le Istituzioni “commoventi” e “misteriose”.
Come è stato in seguito affermato le Istituzioni lo sono davvero perché rendono possibile in concreto la vita sociale e lasciano intravedere una ipotesi di comunità fraterna più giusta e generativa.
Quando nella pratica clinica ci imbattiamo in una donna o in un uomo “delle Istituzioni” noi teniamo presente questo sostrato etico esistenziale comune, quale che sia l’Istituzione e quale che sia il peso organizzativo del ruolo ricoperto al suo interno dalla persona che ci troviamo di fronte.
Da questo punto di vista l’infermiere e il presidente di sezione del tribunale sono qualitativamente assimilabili – sia pure nelle loro differenze individuali.
Tra le Istituzioni noi consideriamo anche quelle in cui si riuniscono artisti e maestranze del mondo della cultura e dello spettacolo.
Spesso le crisi personali di chi appartiene alle Istituzioni sono di natura analoga alla crisi che stanno attraversando le Istituzioni stesse o almeno ne condividono i tempi, talora ne rappresentano una sorta di “contrappasso”.
Sovviene il caso di alti ufficiali dell’esercito, magistrati o politici alle prese con la ribellione, gli abusi e i comportamenti devianti dei loro figli.
La crisi delle Istituzioni è la crisi del “paterno” nell’epoca post-edipica in cui la figura del padre appare deprivata di autorevolezza simbolica.
Ma se i padri “adultescenti” non incarnano più “il Nome del padre” esso può dimorare e sopravvivere nella vita “commovente e misteriosa” delle istituzioni intese, nel loro insieme, come strumenti del “potere” usato non per opprimere ma per servire gli altri.

Si può morire e vivere per una istituzione; si può giocare tutto se stesso per un’istituzione.
Su questo “fondo tematico” si svolgono le vicende di molte persone ed è anzi probabile che il disagio affligga le anime d quelli che condividono questa “appartenenza appassionata” più che di quelli che non la condividono vivendo l’istituzione – e il loro ruolo in essa – come “occhio cattivo”, “prepotenza” spavalda “sicurezza” per non cambiare il mondo e quindi se stessi.
Come esempio dei primi si pensi alla figura di Aldo Moro nei film che si ispirano alla sua vicenda; come esempio dei secondi si pensi alla figura del “Dottore” nell’ Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri.
Anche in questo ambito cerchiamo di ancorare costantemente l’assetto operativo ai nostri presupposti analitici nello sforzo di affrontare le problematiche individuali a 360 gradi e in profondità mirando a risultati trasformativi e quindi non effimeri.
Nel nostro schema di navigazione veloce i link specifici associati al versante istituzionale – privato e pubblico - sono: “aziende sanitarie, ospedali, cliniche private” e “magistrati, sindacalisti, docenti, funzionari della P.A.”.

MINORI

Attraverso il Consultorio Beato Fra Gerardo, sono state affrontate diverse problematiche relative ai minori:
- abusi;
- affidamenti e adozioni;
- separazioni conflittuali;
- dipendenze (da sostanze e comportamentali) e altri comportamenti autolesivi;
- bullismo (subito e/o agito);
- disturbi del comportamento alimentare (DCA)
- esordi psicotici.
In ottica sistemica si tende a considerare anche il contesto familiare nel quale si colloca il minore portatore del sintomo.
Spesso quindi avviene che oltre al minore viene presa in carico anche la coppia genitoriale, almeno per quanto riguarda la fase valutativa inziale.
Questa presa in carico, a sua volta, deve considerare la natura del vincolo tra i genitori, formalizzato in un matrimonio (in corso, in crisi, finito) ovvero non formalizzato come accade nelle coppie di fatto in cui i figli naturali siano stati riconosciuti.
Vi è poi il caso del “genitore superstite” che si verifica quando l’altro genitore non ha riconosciuto il figlio naturale.
Si tratta di possibilità molteplici in cui alla situazione concreta si collegano tutta una serie di aspetti simbolici che operano nel determinare il malessere psicologico dei minori che ne sono vittime, spesso destinato a ad emergere in occasione di eventi traumatici o – come accade nel caso dei minori adottati – in fase adolescenziale quando si presenta con urgenza l’esigenza si “risalire alle proprie origini” e quindi “ai veri genitori”.
Non di rado, attraverso questa modalità di “presa in carico congiunta”, si è in grado di focalizzare meglio e talora ridefinire i termini delle questioni come inizialmente proposti.
Talora è un minore adultizzato a portare in causa un genitore – ad esempio ludopatico, per il tramite dell’altro genitore che il minore stesso ha attenzionato sul problema.
Le differenze culturali evidenziate da nuclei familiari immigrati possono complicare ulteriormente gli scenari in cui si interviene.
Frequentissimo, purtroppo, è il caso in cui nel conflitto coniugale i genitori perdano quasi del tutto di vista il benessere della prole e la sofferenza che essa in ogni caso patisce alla rottura della comunione genitoriale.
In molti casi la multiproblematicità richiede, attraverso un attento lavoro di équipe, la definizione di strategie multilivello che consentano, nei limite del possibile, di produrre un cambiamento.
In questi frangenti è fondamentale il lavoro di rete con i Servizi sociali territoriali che spesso rappresentano in queste vicende l’inviante e il soggetto cui riportare le azioni svolte e i risultati conseguiti.
Per approfondire ulteriormente l’operatività assistenziale di RETLIS in tema di MINORI può consultare:
- dal Main Menu i link LINEE DI ATTIVITA’ PREVALENTI, A CHI CI RIVOLGIAMO e CARTA DEI SERVIZI;
- dal Sidebar Menu del sito i link collegati IL NOSTRO APPROCCIO
- dal repertorio di “parole chiave” VIOLENZA, DIPENDENZE, BULLISMO, ABUSO, DISTURBO, SEPARAZIONE

TERZA ETA'

L’allungamento della speranza di vita moltiplica le esigenze di supporto psicologico specifico per questo segmento di popolazione che rappresenta poco meno di un terzo del totale.
Le problematiche poste dall’incremento delle malattie neurodegenerative – aggravate dalla difficoltà delle famiglie a continuare ad essere luoghi di accoglienza per la Terza età - aggravano ulteriormente la questione.
L’esperienza recente del COVID19 – con il dramma consumatosi in molte RSA – ha evidenziato una sorta di “stigma silenzioso” con cui la società narcisista del Terzo Millennio schiaccia la Terza Età sulla dimensione di una “debolezza e inutilità” mortificanti.
L’approccio di RETLIS mira a restituire alla Terza età una nuova centralità sulla base di un patto intergenerazionale che valorizzi il contributo dell’anziano alla Società come sostegno alle esigenze delle nuove famiglie, accudimento dei minori, orientamento di adolescenti e giovani adulti per rafforzare il ruolo e la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità, contrastando ogni forma di isolamento ed esclusione sociale.

Il contatto con i problemi di tante famiglie evidenzia l’importanza degli anziani come figure di accudimento vicarie di funzioni genitoriali che nel ménage quotidiano, nella crisi dei ruoli familiari, nella precarietà della sfera lavorativa stentano ad esprimersi in termini congrui a stabilire un assetto educativo stabile a vantaggio dei figli.
Non si tratta di assumere forzatamente il ruolo di “governate dei nipotini” ma di proporsi come modelli di “stabilità” in un contesto culturale in cui gli “adultescenti” sono la norma e difficilmente le persone - soprattutto i maschi - riescono ad avere un' immagine di sé stabile prima dei quarant' anni.

D’altra parte l’approccio junghiano rivolge una particolare attenzione all’età in cui le persone, adempiuti i loro compiti di vita, in maniera più o meno “socialmente positiva”, possano rivolgersi al proprio percorso individuativo: per Jung la Terza età è il tempo della vita da dedicare alla più umana delle attività, la ricerca e il ricongiungimento con il proprio Sé.
Contraddicendo Freud Gustav Jung vedeva l'età senile come una fase dinamica della vita in cui dare un senso a ciò che si è fatto nel passato e superare il "distacco dal sé".
D’altra parte i problemi che si pongono all’anziano – oltre a queste questioni fondamentali – possono riguardare il pensionamento, la crisi di un matrimonio durato molti anni, la ridefinizione del rapporto con i figli.
Tutte queste condizioni generano conflitto interiore che si manifesta con depressione, angoscia, conversioni somatiche.
Esemplificativo dell’approccio rivalutativo della Terza età è il progetto Minori/Anziani denominato IN.TRA – Intergenerational Transfer, proposto da RETLIS e recentemente finanziato dalla Regione Lazio.
Esso assume come target di riferimento Minori “over 12” e Giovani Adulti “under 29” affetti da Gaming Disorder che partecipano a giochi neuroriabilitativi e di sviluppo neurocognitivo insieme ad Adulti “over 55”.
Attraverso assistenza di sala, psicoterapia individuale e supervisione di gruppo del lavoro psicoterapeutico si tenta di risolvere i nodi conflittuali inconsci che ostacolano l’uscita dal tunnel della dipendenza comportamentale.
L’approccio di RETLIS al tema della Terza età si avvale delle professionalità e delle competenze indispensabili per trattare aspetti della personalità dell’anziano in modo rispettoso e di cura per la psiche e non con la superficialità iatrogena che caratterizza molte iniziative poste in essere nel settore del disagio sociale, familiare e individuale.
Per approfondire ulteriormente l’operatività assistenziale di RETLIS in tema di TERZA ETA’ può consultare:
- dal Main Menu il link L’ASSOCIAZIONE;
- dal Sidebar Menu i link IL NOSTRO APPROCCIO e IL CENTRO CLINICO;
- dal repertorio di “parole chiave” CONSULTORIO e CURA DI SE’

 

UOMINI E DONNE

Spesso parliamo con uomini e donne che chiedono aiuto per un problema che riguarda il partner, la coppia, il ménage familiare, ad esempio collegato a una convivenza difficile o a problemi con i figli – nati nel matrimonio o fuori.
Talvolta la separazione è anche subentrata ad una paternità o a una maternità.
Le separazioni conflittuali sono sempre più frequenti – si può anzi dire che rappresentino la norma, purtroppo .
In esse innanzitutto sono posti a rischio gli interessi dei figli minori- spesso sacrificati nel conflitto tra i genitori se non “usati” come “arma” per nuocersi reciprocamente.
Frequente è il caso in cui un genitore – più frequentemente il padre – sia esposto dal coniuge ad alienazione parentale rispetto ai figli.
Sul versante femminile e dei figli frequenti sono i casi di uomini violenti – psicologicamente e fisicamente - ai quali “donne che amano troppo” (Robin Norwood) non si sottraggono sacrificando sé stesse in una trama in cui il motivo di sottofondo spesso è non amarsi abbastanza e cercare nella relazione affettiva il proprio completamento “ad ogni costo”.
Il suo caso potrebbe rientrare tra questi.
Ma lei potrebbe richiedere aiuto anche per uno stato persistente di ansia o depressione, un problema di dipendenza, un bisogno d'amore rimasto inappagato (la “ferita dei non amati” di cui parla Schellenbaum) tutte condizioni che – nella loro diversità - spesso hanno origini in esperienze lontane, magari vissute nell'infanzia, che si sono radicate profondamente influenzando tutte le successive relazioni affettive.
I casi sono molteplici e ognuno implica problematiche e sfumature differenti che noi abbiamo incontrato e ci siamo impegnati a trattare nel corso della nostra esperienza clinica
Individui, nel nostro schema ad albero predisposto per la navigazione rapida, la ramificazione corrispondente al suo caso e troverà le parole-chiave che è il caso di approfondire.
Nel nostro schema la cura della diade uomo-donna si colloca invece nella sfera relazionale – di coppia, genitoriale, familiare a seconda della specifica vicenda che viene portata.
Vada allora su “relazionale” e segua lo stesso procedimento.
Per approfondire ulteriormente l’operatività assistenziale di RETLIS in tema di UOMINI e DONNE può consultare:
- dal Main Menu i link LINEE DI ATTIVITA’ PREVALENTI e A CHI CI RIVOLGIAMO;
- dal Sidebar Menu del sito i link collegati IL NOSTRO APPROCCIO, IL CONSULTORIO e IL CENTRO CLINICO;
- dal repertorio di “parole chiave” GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO (GAP), DIPENDENZE, BULLISMO, ABUSO, VIOLENZA DI GENERE, ALIENAZIONE GENITORIALE

 

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