L’allungamento della speranza di vita moltiplica le esigenze di supporto psicologico specifico per questo segmento di popolazione che rappresenta poco meno di un terzo del totale.
Le problematiche poste dall’incremento delle malattie neurodegenerative – aggravate dalla difficoltà delle famiglie a continuare ad essere luoghi di accoglienza per la Terza età - aggravano ulteriormente la questione.
L’esperienza recente del COVID19 – con il dramma consumatosi in molte RSA – ha evidenziato una sorta di “stigma silenzioso” con cui la società narcisista del Terzo Millennio schiaccia la Terza Età sulla dimensione di una “debolezza e inutilità” mortificanti.
L’approccio di RETLIS mira a restituire alla Terza età una nuova centralità sulla base di un patto intergenerazionale che valorizzi il contributo dell’anziano alla Società come sostegno alle esigenze delle nuove famiglie, accudimento dei minori, orientamento di adolescenti e giovani adulti per rafforzare il ruolo e la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità, contrastando ogni forma di isolamento ed esclusione sociale.
Il contatto con i problemi di tante famiglie evidenzia l’importanza degli anziani come figure di accudimento vicarie di funzioni genitoriali che nel ménage quotidiano, nella crisi dei ruoli familiari, nella precarietà della sfera lavorativa stentano ad esprimersi in termini congrui a stabilire un assetto educativo stabile a vantaggio dei figli.
Non si tratta di assumere forzatamente il ruolo di “governate dei nipotini” ma di proporsi come modelli di “stabilità” in un contesto culturale in cui gli “adultescenti” sono la norma e difficilmente le persone - soprattutto i maschi - riescono ad avere un' immagine di sé stabile prima dei quarant' anni.
D’altra parte l’approccio junghiano rivolge una particolare attenzione all’età in cui le persone, adempiuti i loro compiti di vita, in maniera più o meno “socialmente positiva”, possano rivolgersi al proprio percorso individuativo: per Jung la Terza età è il tempo della vita da dedicare alla più umana delle attività, la ricerca e il ricongiungimento con il proprio Sé.
Contraddicendo Freud Gustav Jung vedeva l'età senile come una fase dinamica della vita in cui dare un senso a ciò che si è fatto nel passato e superare il "distacco dal sé".
D’altra parte i problemi che si pongono all’anziano – oltre a queste questioni fondamentali – possono riguardare il pensionamento, la crisi di un matrimonio durato molti anni, la ridefinizione del rapporto con i figli.
Tutte queste condizioni generano conflitto interiore che si manifesta con depressione, angoscia, conversioni somatiche.
Esemplificativo dell’approccio rivalutativo della Terza età è il progetto Minori/Anziani denominato IN.TRA – Intergenerational Transfer, proposto da RETLIS e recentemente finanziato dalla Regione Lazio.
Esso assume come target di riferimento Minori “over 12” e Giovani Adulti “under 29” affetti da Gaming Disorder che partecipano a giochi neuroriabilitativi e di sviluppo neurocognitivo insieme ad Adulti “over 55”.
Attraverso assistenza di sala, psicoterapia individuale e supervisione di gruppo del lavoro psicoterapeutico si tenta di risolvere i nodi conflittuali inconsci che ostacolano l’uscita dal tunnel della dipendenza comportamentale.
L’approccio di RETLIS al tema della Terza età si avvale delle professionalità e delle competenze indispensabili per trattare aspetti della personalità dell’anziano in modo rispettoso e di cura per la psiche e non con la superficialità iatrogena che caratterizza molte iniziative poste in essere nel settore del disagio sociale, familiare e individuale.
Per approfondire ulteriormente l’operatività assistenziale di RETLIS in tema di TERZA ETA’ può consultare:
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- dal repertorio di “parole chiave” CONSULTORIO e CURA DI SE’
Spesso parliamo con uomini e donne che chiedono aiuto per un problema che riguarda il partner, la coppia, il ménage familiare, ad esempio collegato a una convivenza difficile o a problemi con i figli – nati nel matrimonio o fuori.
Talvolta la separazione è anche subentrata ad una paternità o a una maternità.
Le separazioni conflittuali sono sempre più frequenti – si può anzi dire che rappresentino la norma, purtroppo .
In esse innanzitutto sono posti a rischio gli interessi dei figli minori- spesso sacrificati nel conflitto tra i genitori se non “usati” come “arma” per nuocersi reciprocamente.
Frequente è il caso in cui un genitore – più frequentemente il padre – sia esposto dal coniuge ad alienazione parentale rispetto ai figli.
Sul versante femminile e dei figli frequenti sono i casi di uomini violenti – psicologicamente e fisicamente - ai quali “donne che amano troppo” (Robin Norwood) non si sottraggono sacrificando sé stesse in una trama in cui il motivo di sottofondo spesso è non amarsi abbastanza e cercare nella relazione affettiva il proprio completamento “ad ogni costo”.
Il suo caso potrebbe rientrare tra questi.
Ma lei potrebbe richiedere aiuto anche per uno stato persistente di ansia o depressione, un problema di dipendenza, un bisogno d'amore rimasto inappagato (la “ferita dei non amati” di cui parla Schellenbaum) tutte condizioni che – nella loro diversità - spesso hanno origini in esperienze lontane, magari vissute nell'infanzia, che si sono radicate profondamente influenzando tutte le successive relazioni affettive.
I casi sono molteplici e ognuno implica problematiche e sfumature differenti che noi abbiamo incontrato e ci siamo impegnati a trattare nel corso della nostra esperienza clinica
Individui, nel nostro schema ad albero predisposto per la navigazione rapida, la ramificazione corrispondente al suo caso e troverà le parole-chiave che è il caso di approfondire.
Nel nostro schema la cura della diade uomo-donna si colloca invece nella sfera relazionale – di coppia, genitoriale, familiare a seconda della specifica vicenda che viene portata.
Vada allora su “relazionale” e segua lo stesso procedimento.
Per approfondire ulteriormente l’operatività assistenziale di RETLIS in tema di UOMINI e DONNE può consultare:
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- dal repertorio di “parole chiave” GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO (GAP), DIPENDENZE, BULLISMO, ABUSO, VIOLENZA DI GENERE, ALIENAZIONE GENITORIALE